Giocare all’aperto e in gruppo, secondo una ricerca condotta dal World Cancer Research Fund dell’Università di Bristol, stimola l’equilibrio psico-fisico dei bambini e la creatività, favorisce la socializzazione e previene molte malattie, perfino il tumore!
I ricercatori hanno studiato il comportamento di un campione di 427 bambini di 10-11 anni, residenti nell’area di Bristol, con diari scritti dai bambini, accelerometri per misurare l’intensità della loro attività fisica e GPS per verificare se fossero al chiuso o all’aperto.
I risultati della ricerca dimostrano che i bambini che giocano all’aria aperta fanno più attività fisica… e si sa l’attività fisica protegge dal cancro, in particolare da quello intestinale. Inoltre, trascorrere tempo all’aria aperta migliora la vista, aumenta la capacità di concentrazione, sviluppa le competenze sociali, rafforza il sistema immunitario e riduce lo stress!
Sono cresciuta in una casa in campagna, a contatto con la natura, con gatti e cani (e non solo), libera di giocare quotidianamente all’aria aperta, con due fratelli, una sorella e tanti cugini, d’estate e… d’inverno (sarà per questo che ci ammalavamo di meno?!).
Io e mio cugino Davide adoravamo trascorrere i nostri pomeriggi in giardino, esplorare luoghi sconosciuti, arrampicarci sugli alberi nodosi, scalare piccole (ma per noi enormi) scarpate… quante volte sono tornata a casa tutta sporca di terra…da infilare direttamente in lavatrice!
Erano tante le attività che facevo all’aperto con la mia famiglia (allargatissima), come “passeggiare” in bicicletta (quante cadute!), raccogliere castagne e olive… di quelle giornate ricordo perfettamente i profumi della natura, l’aria fredda e pura, il rumore delle foglie che scricchiolavano sotto i piedi, le merende genuine preparate dalle nostre mamme (panini con frittata, con friarielli e salsiccia, con prosciutto crudo e mozzarelle di bufala…tutte cosine leggere!).
Per non parlare di quando dopo la pioggia andavo a raccogliere le lumache in giardino con la mia amata nonna (che poi ovviamente le cucinava!)… mi sembra di sentire l’odore della terra dopo l’acquazzone!
Da piccoli eravamo liberi di giocare da soli e all’aperto e adesso vorrei provare a concedere la stessa libertà alle nostre “ragazze”, anche se oggi e soprattutto in città è completamente diverso… luoghi e tempi, paura delle macchine, di brutti incontri, di germi…
Per quanto sia un tantino impegnativo io e Massimo cerchiamo quotidianamente di far giocare le nostre girls nel nostro meraviglioso giardino condominiale, o di portarle al parco, facendole scorrazzare e tenendole d’occhio senza interferire. Gli studiosi Feddema e Wagenaar ritengono che giocare all’aperto e con altri bambini senza la supervisione degli adulti sia essenziale alla socializzazione!
Quando andiamo a Formia dai miei genitori adoriamo portarle a vedere l’orto, le galline, rincorriamo i gatti, raccogliamo la frutta direttamente dagli alberi, facciamo lunghe passeggiate sulla spiaggia… provando così a trasmettere il senso di cura e gratitudine nei confronti della natura.
Il bambino che vive attivamente la natura, secondo l’approccio montessoriano, sviluppa una moralità importante verso la cura e la vita della natura. Per questo motivo è importante che i bambini si prendano cura delle piante (potremmo creare un piccolo orto in balcone e riprodurre in casa il tavolo della natura) e degli animali (potremmo regalare loro un gatto o un cane… facile no?!).
E per i più piccoli? Vi consiglio di fare lunghe passeggiate immersi nella natura (e non solo) portandoli in fascia e nel marsupio!
Noi abbiamo scoperto un mondo meraviglioso!
Accrescere nei nostri bambini l’amore per la natura (lasciandoli il più possibile giocare nel verde) e il senso di responsabilità/indipendenza richiede impegno, tempo e sforzo anche per mettere da parte le nostre paure… dobbiamo provare a “lasciar andare”.
La pedagogia del “laissez faire” agli occhi di genitori iperprotettivi può essere confusa con la trascuratezza, in realtà stimola gli interessi, la crescita, l’autonomia del bambino.
Secondo una ricerca condotta dalla psicologa americana Diana Baumrind sugli effetti del controllo autoritario sul comportamento del bambino (ricerca sui “Parenting Styles”), i bambini più felici e meglio integrati sono i figli di genitori disposti a lasciarli giocare quando lo desiderano, meglio se all’aperto e disposti a rispettarne l’autonomia, ma pronti ad aiutarli quando necessario.
Dovremmo prendere esempio dagli olandesi che “anzichè transennare i canali insegnano ai figli a nuotare!”.
Il mio prossimo acquisto? Il libro “Giocate all’aria aperta. Perchè il gioco libero nella natura rende i bambini intelligenti, forti e sicuri” di Angela Hanscom, ergoterapeuta pediatrica, che spiega come e perché il gioco libero all’aperto favorisce il benessere psicofisico dei bambini. Corro in libreria!
Non esistevano i cellulari,
ma esisteva la strada, la vita, le cadute, le sbucciature di ginocchia,
l’amicizia “in carne ed ossa”,
le partite di calcio in strada, il “suona il campanello e scappa”,
i boccoli e i fiocchetti nei capelli.