“Il linguaggio segreto dei neonati”: libro scritto dalla puericultrice Tracy Hogg, detta la donna che sussurra ai bambini (per la sua eccezionale capacità di comunicare con i neonati), regalatomi dalla mia ostetrica personale… mia sorella!
Per la prima tappa di un viaggio che durerà tutta la vita può essere utile avere un “manuale di consultazione” semplice, rassicurante e a tratti ironico, io l’ho trovato e ve lo consiglio! E’ un libro che, senza alcuna rigidità, consiglia un metodo da seguire per gestire meglio la giornata di un neonato, piccolo straniero in un mondo sconosciuto!
Il metodo si chiama E.A.S.Y., acronimo di Eat (mangia), Activity (attività), Sleep (ninna), You (tu) e fissa alcune “linee guida” che i genitori possono adattare al carattere del neonato e ai suoi bisogni.
Ho iniziato a leggere questo libro durante la gravidanza, periodo in cui sdraiata sul divano mi accarezzavo il pancione, con una tisana di fianco e viaggiavo con i pensieri, immaginando Chiara e la nostra nuova vita con lei…
Quando Chiara è nata io e Massimo non credevamo ai nostri occhi e alle nostre orecchie: la vita ci aveva regalato una meravigliosa neonata sana, dagli occhi grandi ed espressivi, si è attaccata al seno appena nata, faceva regolarmente cacca, dormiva beatamente e non piangeva… “frignava”!
Tutto era come l’avevamo immaginato….ma il sogno è durato poco perché dopo circa quattro giorni di vita, Chiara ha iniziato a dormire poco e a piangere, piangere, piangere!
Ci siamo quindi armati di pazienza, forza, resistenza e rispetto! Intanto io ho ripreso in mano questo libro e non l’ho più lasciato, imparando tanto, in particolare quanto è importante:
– “leggere” il bambino, con occhi, orecchie, dita e naso;
– fermarsi, ascoltare e osservare per poter interpretare il pianto del neonato e comprendere le sue esigenze;
– acquisire fiducia in se stessi e seguire sempre il proprio istinto (cosa più importante in assoluto!).
Occorre capacità di osservazione, pratica, un’atmosfera tranquilla e sbagliare più e più volte prima di iniziare a far bene!
E quando si può occorre dedicarsi alla vita di coppia, imparare ad essere più tolleranti e a chiedere aiuto, prendersi i propri spazi, far riposare orecchie e fare ciò che ci piace… la mia esperienza ve l’ho raccontata qui!
E’ fondamentale fin dal momento della nascita pensare al nostro bambino come un individuo, con i suoi sentimenti e la sua personalità. Per questo motivo Tracy Hogg suggerisce di rivolgersi al neonato chiamandolo per nome, avere rispetto e spiegargli di volta in volta quel che stiamo facendo, usando una voce dolce e rasserenante.
Inutile pensare che possiamo continuare a condurre la vita di prima, con l’arrivo di un pupo in casa (e fuori casa) cambia tutto!
Un figlio stravolge i nostri ritmi e i nostri equilibri e allora non c’è via di fuga, siamo noi che dobbiamo adeguarci a lui, rallentare i nostri tempi e studiarlo: ascoltare il suo pianto, osservare i movimenti del suo corpo, al fine di sintonizzarci con lui, interpretare le sue esigenze e provare a soddisfare i suoi bisogni!
Con il terremoto Chiara lo sto ancora facendo ovviamente, ma ne abbiamo fatta di strada fin qui!
Il metodo E.A.S.Y. proposto, spiegato con esempi concreti e il racconto di storie vere, non è altro che un programma utile per non farsi travolgere da imprevisti, paure, panico spesso derivanti da insonnia accumulata e accumulata e accumulata.
A prescindere dal problema, il rimedio suggerito è sempre lo stesso: una routine ben strutturata! Grazie a questo libro e ovviamente vivendo Chiara quotidianamente ho imparato che i neonati (dipende dal soggetto certamente) non amano le sorprese: il loro sistema nervoso funziona meglio se il momento del cibo, del sonno e del gioco si susseguono nello stesso ordine.
Ovviamente le variazioni ci sono e ci saranno sempre (basta una visita a casa, una gita) ma l’importante è essere consapevoli che possono infastidire il pupo.
Una giornata “organizzata”, nei limiti del possibile, secondo determinati ritmi dona sicurezza al bambino e a tutta la famiglia, consente una più facile collaborazione e talvolta anche un po di riposo, tutti aspetti importanti in un periodo straordinario ma anche molto delicato e impegnativo come quello della prima infanzia.
Comprendere il linguaggio di Chiara sta divenendo man mano più semplice anche perché la piccola sembra avere una personalità molto delineata e determinata…non parla ma si fa capire in tutti i modi! Ma per costruire un dialogo con lei fino ad oggi ci sono voluti tanto impegno, tempo, complicità e collaborazione con Massimo (il mio pilastro!), tentativi e… errori.
Uno dei miei prossimi acquisti? Il prosieguo di questo libro: “Il linguaggio segreto dei bambini”. Certo leggere in compagnia di Chiara è un’impresa complicata, spesso rischiosa… le pagine del libro nel giro di pochi secondi potrebbero ridursi in mille pezzettini, Chiara adora fare i coriandoli!!!